Giuseppe Palomba. Tra scienza ed esoterismo

Abbiamo già parlato di Giuseppe Palomba in passato, recensendo i due libri, a lui dedicati, “L’economista Giuseppe Palomba” e “Da Marx a Palomba. Pensieri a confronto”. Torniamo oggi a occuparci di lui da un punto di vista differente, grazie al libro “Giuseppe Palomba. Tra scienza ed esoterismo” di Antonio Dentice d’Accadia (autore anche dei due precedenti).

Nato a San Nicola la Strada (Caserta) nel 1908, Palomba fu economista, professore universitario ed esoterista. Fu attivo nell’ambiente iniziatico napoletano e si interessò a diversi filoni della spiritualità. Antonio Dentice d’Accadia cerca di ricostruire la mappa dei legami e degli interessi del professore, ponendo l’accento sull’influenza che l’esoterismo ebbe sul suo pensiero economico, politico e sociologico.

Iniziato alla Massoneria di Rito Scozzese Antico e Accettato, studioso dell’alchimia, della qabbalah, delle religioni orientali, dell’esoterismo occidentale, il Palomba ebbe, probabilmente, contatti con gli ambienti iniziatici più “riservati” e profondi, tra cui l’Ordine Egizio e la Fratellanza di Miriam. Tutti Ordini molto attivi a Napoli, città che, da sempre, vede un’attività esoterica intensa.

Di particolare interesse è il quarto capitolo, dove si parla della visione magica dell’economista. Per Palomba il mago è l’essere umano risvegliato, consapevole in modo completo e profondo della realtà che lo circonda. L’Iniziato lavora su se stesso al fine di raggiungere questo stato di risveglio. Questa visione influenza anche il pensiero economico e sociologico del professore, il quale descrive i fenomeni sociali come appartenenti a quattro “universi” che non sono dei luoghi, ma dei modi di essere dell’umanità e della società, oltre che del singolo individuo. Ogni uomo, ogni popolo, ogni società appartiene all’uno o all’altro a seconda del suo grado di consapevolezza e di elevazione spirituale. I quattro universi sono:

L’universo solare (o Arte di Apollo) viene definito come compostezza di forma ed equilibrio interiore. È l’arte lucente e solenne che risveglia il senso del “grandioso”. [ … ]

L’universo lunare (o Arte di Ecate) è una prima deformazione dell’universo solare, una “riduzione di perfezione”. Il lunare è definito come annebbiamento ingannevole della perfezione solare, o anche “un solare visto in stato di sogno”. [ … ]

L’universo di venere (o Arte di Eros) è una deformazione del lunare, quindi una ulteriore discesa della perfezione solare. Qui i sensi, la frenesia e la sensualità prendono ferocemente il sopravvento. [ … ]

L’universo di saturno (o Arte di Atropo) è l’ultimo universo. È l’ultima deformazione, la più evidente e nichilista: il tragico, il grottesco, il brutto, il materialista.[1]

Questi universi vengono vissuti in due dimensioni: orizzontale e verticale. La prima è la capacità della persona di compenetrare l’universo a cui appartiene. La dimensione verticale stabiliste invece la gerarchia dei quattro universi dal più elevato (solare) a quello più basso (saturnino). Per Palomba è di particolare importanza la dimensione verticale che egli usa come metro per la sua sociologia economica. Egli applica i quattro universi alla visione metafisica:

Nell’analisi del piano metafisico definisce la regressione verticale dell’etica umana: a) nell’universo solare si ha lo stato di magismo, lo stato di santità e di comunione con il divino: gli iniziati; b) nell’universo lunare si ha la nascita della religione, perché l’uomo diventa incapace di cogliere direttamente il divino e quindi si affida al dogma di una casta sacerdotale. Qui sono i credenti; c) nell’universo di venere abbiamo una deformazione dello stesso concetto religioso, ovvero lo stato allucinatorio delle Sette; d) infine nell’universo di saturno si legge l’ultima deformazione del piano metafisico, ovvero l’ateismo. Saturno è l’esatto opposto della perfezione solare.[2]

Tutto ciò è fondamentale poiché:

[ … ] nella sociologia economica di Palomba il piano metafisico è visto come il presupposto necessario del piano politico, poiché direttamente lo influenza e definisce.[3]

La regressione verticale degli universi si manifesta anche sul piano politico:

La regressione verticale del piano politico (o arte del governo) si definisce nella graduale deformazione del principio libertario: a) nell’universo solare l’uomo illuminato pone i doveri verso Dio al di sopra delle proprie esigenze e questa è definita la “vera libertà”. [ … ] b) nell’universo lunare il popolo si spoglia dell’aristocrazia e si governa da solo: è la democrazia, il governo dei molti; c) nell’universo di venere invece abbiamo la degenerazione della democrazia: la demagogia. La libertà è considerata nella sola funzione individuale, cioè nel fare ciò che si vuole incuranti degli altri e si è spinti dalla sola voracità personale. [ … ] d) infine nell’universo di saturno la libertà muore del tutto e abbiamo le due facce della stessa medaglia: l’anarchia e la tirannide, “Satana e Moloch”.[4]

La regressione si manifesta, poi, su tutti i livelli della società, compreso quello economico.

Concludo consigliando vivamente la lettura di questo libro e degli altri che Dentice d’Accadia ha dedicato a Giuseppe Palomba, sperando vivamente che le opere del professore siano presto ripubblicate.

Enrico Proserpio

[1] Antonio Dentice d’Accadia, Giuseppe Palomba. Tra scienza ed esoterismo, edizioni Tipheret, 2013, pagine 109 – 110.

[2] Antonio Dentice d’Accadia, Giuseppe Palomba. Tra scienza ed esoterismo, edizioni Tipheret, 2013, pagina 110.

[3] Antonio Dentice d’Accadia, Giuseppe Palomba. Tra scienza ed esoterismo, edizioni Tipheret, 2013, pagina 110.

[4] Antonio Dentice d’Accadia, Giuseppe Palomba. Tra scienza ed esoterismo, edizioni Tipheret, 2013, pagine 110 – 111.


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